Reverse ha progettato gli interni della Cantina Valpolicella Negrar, realtà cooperativa con oltre novant’anni di storia e circa duecento soci conferitori, interpretando attraverso il design l’essenza di un luogo che custodisce il legame profondo con il territorio e la sua dimensione sociale. Il progetto, che interessa diversi ambienti della cantina, unisce funzionalità, emozione ed artigianalità, trasformando gli spazi in esperienze da vivere.
Sala Domìni Veneti e l’opera “Qui, non altrove”
Il percorso prende avvio dalla Sala Domìni Veneti, cuore delle degustazioni, dove Reverse ha immaginato un ambiente contemporaneo e accogliente, capace di dialogare con la tradizione attraverso un linguaggio nuovo. Il colore vinaccia, scelto per i banconi e i vani frigo, diventa elemento connettivo tra i due livelli della sala, mentre le pareti attrezzate integrano vani di stoccaggio e una nicchia continua in legno naturale consente di esporre le bottiglie.
Al piano terra, la grande parete ospita l’opera concettuale “Qui, non altrove”, un’installazione retroilluminata che cattura lo sguardo e trasforma lo spazio in esperienza evocativa. Ideata dall’architetto Nicola Gastaldo, nasce dall’elaborazione di un’ortofoto della Valpolicella Classica, suddivisa in una griglia che seziona il territorio in parti uguali. Mille cubi in legno di diversi spessori, sagomati artigianalmente nella falegnameria Reverse all’interno della Casa Circondariale di Verona, restituiscono la complessità morfologica della valle. Ogni cubo, verniciato nello stesso vinaccia dei banconi, non è soltanto elemento estetico: rappresenta la coralità della cooperativa, la stratificazione di esperienze e generazioni che costituiscono la storia di questa Cantina. Un’opera che è al tempo stesso immagine, memoria e identità, capace di celebrare la collettività e il territorio con un linguaggio semplice ma potente.
Sul piano soppalcato, Reverse ha replicato lo stesso equilibrio di funzionalità e bellezza: un secondo bancone dalle forme stondate, spazi di stoccaggio, una cantinetta frigo e aree espositive dialogano in continuità con l’ambiente sottostante.
Anche in questo progetto la sostenibilità è protagonista: i piani dei banconi sono realizzati con Plastiz, in un materiale innovativo che rigenera la plastica in superfici performanti e di grande impatto estetico.
Il Caveau: scrigno della memoria
Il percorso progettuale si conclude nel Caveau, cuore simbolico della Cantina Valpolicella Negrar. Reverse ha restituito centralità a questo spazio attraverso un restyling che ne valorizza la funzione di scrigno, custode delle bottiglie più preziose della storia aziendale.
Già dall’ingresso, ripristinato ad arco come soglia verso un ambiente carico di memoria, il visitatore viene immerso in un’atmosfera essenziale e suggestiva. Le cinque bottiglie storiche – le quattro donate al Re d’Italia a inizio Novecento e la più antica bottiglia di Amarone della Valpolicella – sono le protagoniste assolute, esposte in teche di vetro che ne sottolineano unicità e valore.
Le quattro bottiglie reali sono collocate su un grande blocco monolitico in pietra, chiuso a 45 gradi per creare l’effetto di un unico volume. All’interno di questo basamento è stata riposta, come gesto simbolico, una bottiglia di Amarone firmata, a testimonianza della continuità tra passato e futuro. La quinta bottiglia, il più antico Amarone, è invece posta su un piedistallo in legno e metallo al centro dello spazio, come cuore pulsante dell’intero ambiente.
Per accogliere le restanti etichette è stato progettato un grande espositore modulare in legno e ferro, assemblato senza ferramenta, che garantisce flessibilità e adattabilità alle diverse esigenze di allestimento. Ogni dettaglio – dai materiali all’illuminazione, fino alla scelta cromatica delle pareti – contribuisce a creare un luogo dove design contemporaneo e tradizione dialogano in equilibrio.
Con questo progetto Reverse ha trasformato gli spazi in narrazioni: la Sala Domìni Veneti diventa il salotto della degustazione e dell’incontro, con l’opera “Qui, non altrove” che celebra il legame tra territorio e comunità, e il Caveau si riscopre come scrigno della memoria, dove il passato viene custodito e il futuro prende forma, bottiglia dopo bottiglia.
Artigianalità, attenzione al dettaglio, sostenibilità sociale e ambientale e rispetto per l’identità dei nostri clienti sono i valori che guidano ogni scelta progettuale. Un approccio che permette di creare luoghi autentici, capaci non solo di ospitare, ma di raccontare storie.






